domenica 4 agosto 2013

Serata con Sara Rattaro - 2 Agosto 2013

E allora, come ben saprete - o forse no – l'altra sera è venuta a trovarci in libreria Sara Rattaro, per presentare il suo ultimo libro, Non volare via edito da Garzanti. L'autrice, nata nel 1975 a Genova, si è laureata in Biologia e Scienze della comunicazione, prima di pubblicare il suo primo romanzo Sulla sedia sbagliata per Morellini nel 2010, quindi Un uso qualunque di te per Giunti nel 2012.
Non volare via parla del momento più difficile nella storia di una famiglia. Ci sono la madre Sandra, il marito Alberto, la sorella maggiore Alice e il figlioletto Matteo, nato sordo. Una famiglia meravigliosamente unita, finché Alberto non incontra la sua vecchia fiamma delle superiori e si perde in una relazione con lei.
Prima di tutto mi sento di dire che Sara è stata di una gentilezza disarmante. È entrata in libreria col sorriso, ha parlato col sorriso, è uscita col sorriso. Ha stretto la mano a tutti e a tutte, ha chiacchierato, ha chiesto di darle del 'tu'.
La presentazione è stata affollata e, per me che mi ero messa a prendere appunti in fondo, vicino alla porta e quindi alla strada, dove passavano continuamente frotte di giovani e chiacchierare rumorosamente, un po' disturbata. Quindi, beh, mi limiterò a riportarvi quello che sono riuscita a sentire e scribacchiare.
Sara ha parlato di quello che i lettori le hanno restituito, raccontandole in tanti commenti delle loro sensazioni, dei loro spaccati di vita. Ne ha parlato con una certa commozione, con un certo affetto.
Ha parlato del tema centrale di Non volare via, ovvero della famiglia che esplode. Nel momento in cui si forma una famiglia, è come se si attaccasse un timer. Un timer fatto di tutto quello che una famiglia può riuscire a vivere e sopportare prima di non farcela più, prima di sgretolarsi.
La famiglia di cui parla il libro è atipica, gravata da un problema che non molti di noi si trovano a dover affrontare. Il figlio minore, Matteo, è nato sordo. Tutti gli si affollano intorno pieni di affetto, tutti si chiedono come fare per potergli offrire il meglio. Che cosa sia poi questo 'meglio', loro non lo sanno. Forse è Alice, la sorella, quella che conosce il fratellino più da vicino, a spingerlo a scoprire cosa questo 'meglio' possa essere per lui.
E Sara ha parlato molto anche della sordità, problematica con cui è entrata in contatto per via della figlia di un'amica, e sulla quale ha passato mesi a fare ricerche. La sua particolarità è quella di essere diagnosticata tardi, quando i timori dei genitori sono ormai assopiti. Ha spiegato, Sara, che durante la gestazione i genitori si dannano dalla preoccupazione, chiedendosi se 'là dentro' sta andando tutto bene, chiedendosi se il parto non darà luogo a complicazioni. Poi c'è la nascita e quindi la calma, il peggio è superato. La sordità arriva come una batosta, uno schiaffo quando meno te lo aspetti, quando ormai pensavi a tuo figlio come un possibile campione, presidente, chissà cosa.
Sara ha spiegato di appartenere ancora alla generazione che ha chiamato 'insieme per sempre', quelle in cui ci si sposava decidendo di rimanere insieme nonostante tutto. Alla domanda di Nicoletta, se pensava che le generazioni più recenti fossero emotivamente attrezzate per una problematica come un figlio sordo, Sara ha sorriso mestamente e ha risposto che non pensa che sia difficile essere preparati a una cosa del genere. Non sono cose che si insegnano, queste. In quei casi, una famiglia si incolla (come tende a fare Sandra, nel libro) oppure esplode (e qui la miccia è il padre, Alberto).
Nicoletta ha anche parlato della figura di Alice, la figlia maggiore. Matura, salda, intelligente, sembra il cuore silenzioso dell'intera famiglia. Troppo matura, forse, quando dà al padre consigli come se fosse lei il genitore. D'altronde è anche Alberto a comportarsi come un adolescente, a regredire fino ai tempi delle superiori.
Alice è importante per Matteo perché è forte e perché, pure amandolo con tutta se stessa, non è gravata dalle paure di una madre. Una madre teme il fallimento del figlio, ne teme la delusione, la sofferenza, l'accasciarsi. Alice invece vorrebbe vederlo spiccare il volo nel mondo, realizzarsi. Provarci, almeno.
Un altro tema centrale del romanzo è la fuga, quella che in un certo senso Alberto compie quando inizia a vedersi di nascosto con Camilla. Una fuga da Matteo, dalla famiglia, dalle responsabilità, da una routine sempre uguale, da un futuro già scritto, con pochi margini di manovra. A Sandra, invece, per retaggio culturale la fuga non è concessa. Lei, donna, è obbligata a restare coi figli, a pensare sempre ed esclusivamente a loro, ad annullarsi nella loro crescita.
Nel libro compaiono due figure di donna opposte, quella di Sandra e quella di Camilla. La prima è forte, solida, sicura. La seconda è priva di legami, vaporosa, quasi un'adolescente.

Ebbene, tristemente, questi sono gli unici appunti che sono riuscita a prendere durante la presentazione.
Mi limito a ringraziare Nicoletta, per come ha saputo presentare Sara e il suo libro, ponendo sempre le domande giuste.
E Luciana, che ha letto meravigliosamente alcuni passi del libro, ognuno dedicato a un personaggio diverso.
E Nikki Costa, che alla fine ha cantato (benissimo) per noi una canzone di Max Pezzali.
E grazie a tutti quelli che sono venuti. È stata davvero una bella serata.




''I personaggi sbagliano, ma amando. L'amore può fare perdonare gli sbagli?''

''L'amore li fa compiere, gli sbagli.''

sabato 27 luglio 2013

Leggere fa male (e siamo in grado di dimostrarvelo)

Credo di non aver mai assistito a una presentazione di libri così assurda, particolare, amichevole e caciarona. E neanche così piena di cibo, bevande, risate. Abbiamo perfino - bando alla ligure avarizia - acceso il condizionatore. C'è gente simpatica, in libreria. Non che di solito non ci sia, ma la quantità è salita più o meno del 1000%.



Se volete passare, siete ancora in tempo ;)

giovedì 25 luglio 2013

TOT motivi per cui ogni bambino dovrebbe leggere

Qui di seguito troverete le varie ragioni per cui secondo noi ogni bambino dovrebbe leggere con una certa regolarità. Certo, nulla rende più ostica la lettura che l'obbligo, si tratta piuttosto di aiutare il bambino a sviluppare autonomamente interesse verso i libri. Presto arriverà una lista di istruzioni anche per quello ;)
  1. Leggere aiuta il bambino a interiorizzare e comprendere ciò che gli capita intorno, rendendolo abile nella costruzione dei modelli mentali che servono a interpretare il mondo esterno.
  2. A mio avviso non c'è migliore vaccino contro l'ignoranza di un buon libro. Chi ha letto il diario di Anna Frank ha scarsissime possibilità di maturare convinzioni anti-semite una volta cresciuto.
  3. Leggere apre la mente e stimola la curiosità, riempie gli occhi di interesse verso il mondo esterno.
  4. Di conseguenza, leggere fa cultura. Non soltanto per quanto riguarda i libri prettamente educativi, anzi, soprattutto la narrativa. Grazie a un libro ambientato nel Medioevo un bambino non imparerà soltanto nomi e date, ma anche come si viveva in quell'epoca. E divertendosi.
  5. Quando si è lettori non si è mai soli, ma sempre in compagnia degli autori di cui leggiamo le storie.
  6. Chi legge ha sempre una via di fuga dalla noia. Provo un gran dispiacere per coloro cui tocca aspettare i treni sempre in ritardo senza l'ausilio di un buon libro. Per me un'attesa è una manciata di pagine in più.
  7. Leggere aiuta a interiorizzare tutte le regole d'espressione, grammaticali e non, di cui facciamo continuamente uso.
  8. I libri aiutano a prepararsi al lato amaro della vita. S'impara sulla pelle dei personaggi che a volte accadono cose brutte e soprattutto s'impara a reagire al dolore.

E voi che dite? Avete altri motivi da suggerirci per cui leggere è tanto importante per i bambini? Fateci sapere cosa ne pensate!